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16 Dicembre 2015

Viveracqua: un modello di gestione integrata dei servizi idrici in Veneto

Marghera (Ve). 16.12.15
Si è tenuta oggi al Parco Scientifico Tecnologico Vega di Marghera la presentazione dei progetti e dei piani di intervento di Viveracqua scarl, il Consorzio che unisce dal 2011 la quasi totalità dei gestori del servizio idrico integrato in Veneto.
Partito con due soli soci nel giugno 2011, il Consorzio raggruppa ora 14 realtà pubbliche in house che rappresentano 530 Comuni di tutte le province venete, con un fatturato complessivo 2014 pari a 680 mln di euro e che servono un’utenza superiore ai 4,2 milioni di abitanti.

Sorto per creare una stabile collaborazione e dare risposte congiunte ai bisogni comuni delle singole consorziate, Viveracqua è presto evoluto in strumento adeguato a elevare al meglio la produttività del personale, a efficientare i costi di gestione del servizio, a ottimizzare la realizzazione delle opere dei Piani d’Ambito e in particolar modo a ricercare strumenti di finanziamento innovativi, che permettessero di intervenire sulle opere legate al ciclo dell’acqua in Veneto: acquedotti, rete fognaria e depuratori.
Viveracqua è ora un sistema di rete che funziona davvero, capace di creare economie di scopo e di scala, efficace propulsore anche nel rilancio e nella ripresa socio-economica del Veneto.
Nei primi quattro anni di lavoro il Consorzio ha condotto diverse attività in piena sinergia e collaborazione: ha ideato e realizzato strumenti informatici comuni ai diversi gestori, attuato programmi di formazione del personale congiunti, e ha concretizzato l’ambizioso progetto di una sola Centrale Acquisti, che dal 2013 si è occupata di unificare molte procedure d’acquisizione di beni e servizi a favore dei soci, tra le quali ad esempio quelle per lo smaltimento di 650.000 tonnellate di fanghi, per la fornitura di 200 chilometri di tubazioni e di 1000 elettropompe e per la realizzazione di 200.000 analisi di laboratorio, ottenendo, soprattutto grazie alle grandi economie di scala prodotte, un risparmio stimato nel triennio 2013/2015 superiore ai 2,5 milioni di euro.
Ma è sul reperimento di nuove fonti di finanziamento che il Consorzio Viveracqua ha realizzato un vero e proprio caso di studio a livello nazionale, diventando la prima realtà consortile di utilities pubbliche in Europa riuscita a emettere 8 minibond (denominati Hydrobond) per un valore obbligazionario di 150 mln/euro, finalizzati alla realizzazione di 300 mln/euro d’interventi in 728 cantieri nelle provincie di Vicenza, Belluno, Venezia e Padova.
Si tratta in concreto della posa di 560 km di nuove condotte di acquedotto e fognatura, nonché della realizzazione di depuratori di acque reflue, che permetteranno di migliorare il servizio depurativo per 500.000 abitanti, influendo positivamente sul servizio all’utenza e sull’ambiente circostante.
Un modello economico-finanziario che ha avuto un rilevante impatto anche sull’economia veneta, considerato che Viveracqua ha appaltato lavori per 190 mln/euro a ditte del territorio, acquistando inoltre materiali e impianti tecnologici per 60 mln/euro e creando, attraverso committenze pluriennali, un impatto occupazionale di oltre 300 addetti per i quadriennio 2014-2018, dando così respiro per quanto possibile al settore edile in Veneto.

Ma i progetti del Consorzio non si fermano ovviamente qui, visto che fra la fine del 2015 e il 2016 vedranno la luce altri ambiziosi programmi, che permetteranno di innalzare ulteriormente il livello di competitività di questo modello di pubblica amministrazione che funziona.
Si tratta del progetto di costituzione di un Laboratorio analisi congiunto, finalizzato a creare un unico polo di verifiche e controlli su scala regionale, in grado di realizzare ogni anno 100.000 analisi su acque potabili e acque reflue, impegnando circa 100 analisti per un controvalore di analisi di 9 mln/euro/anno e che consentirà di ottimizzare l’utilizzo di strutture, asset e specialisti delle diverse consorziate, per ottenere vantaggi in termini economici e di performance.
Inoltre nel 2016 sarà realizzato un Contact Center comune per l’utenza, che porterà ad una riorganizzazione dei processi aziendali in un’ottica centrata sul cliente, il quale potrà accedere ai servizi a lui dedicati in modo omogeneo, indipendentemente dall’organizzazione dei singoli gestori, ottenendo le risposte da un unico interfaccia. Prenderà poi il via l’ambizioso progetto di costituzione di un solo Centro Idrico che si occuperà di ricerca e sviluppo su temi che consentiranno di garantire una migliore qualità del servizio erogato ai clienti: come gli studi per la conoscenza approfondita delle fonti di approvvigionamento idrico, i sistemi di potabilizzazione delle acque destinate al consumo umano e quelli per le acque reflue re-immesse nell’ambiente.
Agli inizi del prossimo anno è inoltre prevista l’emissione di ulteriori 5 Hydrobondper il triennio 2016/2018 per un valore di 77 mln/euro, che produrranno investimenti per il doppio del loro ammontare, destinati a 360 interventi sulle province non comprese dalla prima misura, cioè quelle di Rovigo, Verona e Treviso.
“Se l’acqua è il bene pubblico per eccellenza, siamo stati in grado di creare un gestore pubblico di eccellenza – è stato il commento di Fabio Trolese presidente del Consorzio Viveracqua – che sta facendo rete sul serio nel e per il Veneto, intercettando le esigenze dei singoli gestori e degli abitanti: un modello di pubblica amministrazione che economizza e non spreca, che invece sa progettare e cantierare un effettivo sviluppo ed efficientamento dei servizi idrici. Tutta questa mole di progetti e di investimenti – ha concluso Trolese – sta producendo e produrrà un grande beneficio ambientale ed economico per il Veneto, permettendo anche di minimizzare i possibili aumenti in bolletta previsti dall’Autorità Nazionale”.


Categoria: QUI VIVERACQUA
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