Al centro dell’Assemblea di Aqua Publica Europea 2023: la circolarità dei reflui e la nuova nomina di Mantovanelli

 

Giovedì 29 e venerdì 30 giugno si è svolta l’Assemblea generale di Aqua Publica Europea, l’Associazione che riunisce 67 gestori idrici pubblici europei. Nel perimetro dell’Assemblea, diverse le occasioni di confronto e di dialogo per ideare e condividere proposte risolutive delle principali criticità legate al settore.

Il seminario, che è stato l’evento di apertura, si è svolto giovedì 29 nella prestigiosa Biblioteca Capitolare di Verona. A partire dall’analisi del nuovo Regolamento europeo 25 maggio 2020, 741/2020 (“Prescrizioni minime per il riutilizzo dell’acqua”), si è discusso della circolarità nel trattamento delle acque reflue con particolare riferimento al tema dei fanghi. Il confronto ha coinvolto oltre 160 persone tra dirigenti e tecnici di società idriche, docenti e alti funzionari istituzionali in rappresentanza di paesi europei ed extraeuropei, e membri della Commissione Europea. Ne è emerso un piano d’azione incentrato su regole comuni e condivise, modelli economici incentivanti e nuove tecnologie nei processi di depurazione e di affinamento delle acque reflue. 

Il trattamento delle acque reflue è essenziale per proteggere lo stato ecologico dei nostri fiumi, mari ed ecosistemi. L’adozione di un approccio circolare in questo settore offre reali opportunità nell’ambito della minimizzazione dei rifiuti, dell’agricoltura sostenibile e della produzione di energia” ha affermato Bernard Van Nuffel, Presidente di Ape e di Vivaqua, il gestore idrico di Bruxelles.

“L’approccio circolare richiede però un complesso mix di quadro normativo adeguato, innovazione e coordinamento tra parti interessate. Per questo è di fondamentale importanza il dibattito avviato nel corso dell’Assemblea”.

Dell’evoluzione degli impianti di depurazione ha parlato David Bolzonella, a capo della sezione di impianti chimici del Dipartimento di Biotecnologie dell’Università di Verona e tra i massimi esperti europei del settore. “Oggi non abbiamo più semplici depuratori ma vere e proprie bio-raffinerie in cui, accanto all’acqua, che è il bene primario recuperabile e riutilizzabile dal trattamento dei reflui fognari, si vanno a recuperare energia, attraverso il metano prodotto dalla digestione anaerobica dei fanghi di depurazione, e alcuni materiali, come i nutrienti, soprattutto l’azoto e il fosforo, ma anche la cellulosa e le bioplastiche, che possono essere riutilizzate nelle industrie di settore.

Per rendere possibile tutto ciò occorrono processi e tecnologie innovativi, sviluppati attraverso l’interazione tra il mondo della ricerca e dell’università e le aziende del ciclo idrico integrato. Inoltre serve un supporto economico e legislativo che accompagni questo cambio di paradigma e che renda i nuovi prodotti accettabili dal mercato. Questi, infatti, necessitano di normative chiare e standard definiti per entrare nella catena produttiva e per essere accettati da imprese, agricoltori e consumatori”.

Le parole del segretario di APE, Milo Fiasconaro, hanno invece sottolineato l’importanza di decidere un percorso condiviso per accelerare gli approcci circolari in favore non solo dell’ambiente ma anche del necessario recupero di risorse critiche come il fosforo. “La valutazione della direttiva sui fanghi di depurazione, appena pubblicata dalla Commissione europea, indica che in Italia la messa in discarica è ancora l’opzione di gestione più utilizzata, nonostante il suo costo ambientale e la conseguente perdita di nutrienti preziosi”, ha fatto notare Fiasconaro.

“Abbiamo però importanti competenze, scientifiche e industriali nei nostri territori. Quindi, è tempo di mobilitare queste risorse per accelerare il nostro passaggio ad un’economia circolare, che tuteli la salute, l’ambiente e le possibilità di sviluppo economico dei territori”.

A conclusione del seminario, durante l’Assemblea generale che si è svolta nel pomeriggio, sempre nella cornice della Biblioteca Capitolare di Verona, Roberto Mantovanelli, rappresentante di Viveracqua in Aqua Publica Europea, è stato nominato, dal board di APE, vicepresidente dell’Associazione. 

“Ringrazio il presidente Van Nuffel e i colleghi del board della fiducia per questo ruolo prestigioso” ha detto Mantovanelli. “Non essendoci competizione tra gestori, si tratta di un’importante possibilità che vogliamo impegnarci a valorizzare. Altro punto centrale dell’attività in APE è quella di portare i nostri contributi direttamente a livello della Commissione europea in merito alle direttive comunitarie, che sempre di più influenzano l’operato futuro di noi gestori. 

L’evento organizzato da Aqua Publica Europea insieme ad Acque Veronesi e a Viveracqua, si è concluso con la visita alla centrale idrica di Lonigo, che fornisce acqua a 24 comuni divisi in tre province (Verona, Vicenza e Padova): “uno degli impianti maggiormente all’avanguardia non solo del Veneto ma d’Europa” ha sottolineato Pierpaolo Florian, Direttore generale di Alto Trevigiano Servizi. “Raccontare il nostro know-how e apprendere, dal dialogo e dal confronto in presenza, quello degli altri è stata un’opportunità di grande valore per ottimizzare sempre di più la gestione della risorsa”.

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