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15 Gennaio 2021

Acqua pedemontana per 600.000 residenti veneti grazie al Savec

acquevenete, Etra e Veritas hanno acquistato dalla società regionale Veneto Acque l’infrastruttura da 150 km di rete idrica per portare l’acqua di Camazzole al Veneto sud-orientale

La società regionale Veneto Acque ha trasferito ai gestori idrici pubblici acquevenete, Etra e Veritas l’infrastruttura principale del Savec, il Sistema acquedottistico del Veneto centrale. Un’opera molto importante, realizzata e messa in esercizio da Veneto Acque – in collaborazione con le tre aziende pubbliche responsabili del servizio idrico integrato – all’interno delle province di Venezia, Padova, Rovigo e Vicenza.

Il Sistema degli acquedotti del Veneto centrale è formato da 150 km di tubi, nuovi pozzi di prelievo per 950 litri/secondo e nuovi serbatoi di accumulo capaci di contenere 7.000 metri cubi, con un investimento complessivo di 170 milioni di euro. Grazie al nuovo campo pozzi di Camazzole, nel Comune di Carmignano di Brenta (PD), sarà possibile rifornire di acqua potabile di ottima qualità le aree orientali delle province di Padova, Rovigo e Venezia. Circa 600.000 persone che attualmente utilizzano per usi idropotabili l’acqua del Po e dell’Adige, di qualità organoletticamente inferiore e con costi di potabilizzazione elevati.

ACQUEVENETE

Con l’operazione siglata lo scorso 30 dicembre, acquevenete ha acquisito il 50% del campo pozzi di Camazzole, in comproprietà con Etra, e il 100% della condotta adduttrice Vigonza – Cavarzere – Cavanella, per un importo netto di circa 25 milioni di euro. Un trasferimento strategico, perché fa entrare nel patrimonio della società una delle principali dorsali acquedottistiche regionali, a garanzia del funzionamento del futuro assetto idrico del territorio servito.

Per acquevenete, la conseguenza principale sarà la dismissione degli approvvigionamenti dal fiume Po, fonte esposta al rischio di contaminazioni e inquinamenti, come ha dimostrato il caso recente del cC6O4. L’affinamento della ricerca analitica in tema di contaminanti emergenti e l’introduzione dei principi di prevenzione del rischio grazie ai Piani di Sicurezza delle Acque hanno infatti reso evidente che è questa la fonte da sostituire con maggiore urgenza. Oggi acquevenete ha ottenuto in compartecipazione una concessione di derivazione idrica dal campo pozzi di Camazzole per 950 litri/secondo, che permetterà anche di aumentare il grado di ridondanza del sistema in caso di criticità che dovessero verificarsi relativamente agli attingimenti dell’Adige.

A ricevere l’acqua pedemontana saranno sin da subito i Comuni di Cavarzere, Adria, Rosolina, Porto Viro, Loreo e Pettorazza, tramite l’alimentazione dei nodi idraulici già attivi di Cavarzere, Martinelle e Cavanella D’Adige. A seguire, saranno raggiunti dall’acqua del Savec anche Corbola, Taglio di Po, Ariano, Porto Tolle, Papozze, Crespino, Gavello, Villanova Marchesana, Guarda Veneta, oltre ad alcuni Comuni della Bassa Padovana, con nuove opere di collegamento inserite nella pianificazione infrastrutturale di medio periodo (indicativamente nel prossimo quinquennio). Per acquevenete si prevedono, infatti, in totale 15 milioni di euro di investimenti nel medio periodo per la realizzazione di strutture e infrastrutture nel territorio dell’ATO Polesine finalizzate all’utilizzo del Savec, e circa 10 milioni di euro per quanto riguarda l’ATO Bacchiglione, ovvero l’area ricadente in territorio padovano.

«È un momento di svolta per l’assetto della distribuzione idrica nel nostro territorio – commenta Piergiorgio Cortelazzo, presidente di acquevenete. – Dobbiamo ringraziare il governatore Luca Zaia e gli assessori regionali all’Ambiente Gianpaolo Bottacin e alle Partecipate Francesco Calzavara per aver impostato il trasferimento della gestione in modo da rendere disponibile al più presto quest’acqua, specialmente in un momento in cui crescono i rischi per le acque superficiali. Abbiamo raggiunto un grandissimo traguardo per la nostra Regione, all’insegna di una importante solidarietà tra territori. È il frutto di un lavoro di oltre 10 anni e di una stretta e proficua collaborazione tra i gestori e tra Consigli di Bacino. Un ringraziamento particolare ai nostri Sindaci: il sostegno da parte dei territori ci ha dato ancora più forza per concludere questa operazione».

«A nome dei Sindaci e dei cittadini polesani, un ringraziamento alla Regione e ad acquevenete per questa operazione straordinaria – sottolinea Leonardo Raito, presidente del Consiglio di Bacino Polesine – che farà arrivare agli utenti un’acqua di elevata qualità, buona da bere e non semplicemente potabile. Una novità in grado di migliorare concretamente la qualità della vita quotidiana delle persone. Sono orgoglioso che la nostra azienda abbia portato a termine un percorso fondamentale per un futuro approvvigionamento di qualità per il territorio».

ETRA

Veneto Acque ha ceduto a Etra il nuovo campo pozzi di Camazzole (in comproprietà al 50% con acquevenete), composto da n. 9 pozzi idropotabili posti in prossimità del lago Giaretta in località Camazzole, tra i Comuni di Carmignano di Brenta, Cittadella e Fontaniva, interconnessi tra loro e con i pozzi golenali preesistenti, da un serbatoio di accumulo di capacità pari a 7.000 mc, dai locali annessi al serbatoio (cabine elettriche e gruppo elettrogeno) e dalla condotta di 1.200 mm di diametro in acciaio in uscita dal serbatoio. Etra ha acquistato integralmente, inoltre, sia la condotta in ghisa, anch’essa di 1.200 mm di diametro, di lunghezza complessiva pari a circa 33 km, che parte dal serbatoio di Camazzole e arriva fino a Villa Augusta nel Comune di Cadoneghe, dopo aver attraversato i Comuni di Carmignano di Brenta, Grantorto, Piazzola sul Brenta, Campo San Martino, Limena, Vigodarzere, Campodarsego, sia la condotta di circa 10 km compresa tra Cadoneghe e Tergola e che si dirama anche verso il Comune di Vigonza.

L’obiettivo del progetto era ed è garantire forme alternative di approvvigionamento idrico nelle zone a rischio idrico e fortemente impattate dai forti consumi, spesso stagionali, indotti dal turismo.

L’investimento di Etra per questa ramo di azienda è stato di oltre 22 milioni di euro, che aggiunti ai circa 36 milioni di euro programmati dal Consiglio di Bacino Brenta e realizzati dal gestore, portano a oltre 58 milioni di euro investiti nel Servizio Idrico Integrato nel corso del 2020. A questo importo, poi, vanno aggiunti ulteriori 31 milioni di opere cedute da Veneto Acque, finanziate con contributi a fondo perduto, che non verranno recuperati attraverso la tariffa idrica che, con circa 2,00 euro a metro cubo, resta una delle più basse del Veneto e d’Italia.

Grazie a questa infrastruttura ed alle interconnessioni tra i vari sistemi acquedottistici, Etra ha ed avrà ulteriori possibilità di approvvigionamento idropotabile, sia in caso di eventuali criticità idriche ma anche per razionalizzare le produzioni complessive degli impianti, favorendo la riduzione dei costi di esercizio dei sistemi idrici gestiti ma, al contempo, preservando gli elevati standard qualitativi dell’acqua distribuita, Tale opera consente inoltre di programmare interventi di manutenzione e sviluppo di reti ed impianti limitando al minimo eventuali fuori servizi, il tutto per garantire e migliorare costantemente i livelli di servizio alle utenze.

“Il Savec, che vive grazie ad un forte spirito di squadra tra Regione del Veneto-Veneto Acque, Etra, Veritas ed Acquevenete, è un progetto di importanza fondamentale – commenta il presidente del Consiglio di Gestione di Etra, Andrea Levorato. Grazie alla lungimiranza dimostrata da tutti gli attori nel condurre un’operazione di così vasta portata, il Veneto oggi vanta una rete capace di abbattere crisi idriche anche in territori a rischio, porta acqua idropotabile di qualità in gran parte del territorio e salda alleanze di grande prospettiva futura”.

VERITAS

Veneto Acque ha ceduto a Veritas la grande condotta posata sul fondo della Laguna (800 mm di diametro) che parte da Venezia, dalla centrale di Sant’Andrea, e rifornisce Chioggia, Sottomarina e le isole di Lido e Pellestrina con l’acqua Veritas, parte di falda e parte potabilizzata nell’impianto di Ca’ Solaro, a Mestre.

L’obiettivo del progetto era ed è garantire forme alternative di approvvigionamento idrico nelle zone a rischio idrico a causa della risalita del cuneo salino dall’Adriatico e dei maggiori consumi indotti dal turismo. Crisi che poi non si sono più verificate, grazie anche all’interazione con il potabilizzatore di Veritas di Cavanella d’Adige.

Anzi, nell’estate del 2018, in occasione di un grosso danno provocato da una nave a una condotta sottomarina nel Canale dei petroli, il sistema è stato usato al contrario, rifornendo Pellestrina da Cavanella e con il nuovo collegamento a nordovest di Brondolo.

L’investimento di Veritas nel 2020 per questa tratta è stato di oltre 7 milioni di euro, ai quali si aggiungono 10 milioni di contributo a fondo perduto, ma non recuperati attraverso la tariffa, quindi esclusi dalle bollette idriche che pagano i cittadini. Questo consente di mantenere gli investimenti programmati dal Consiglio di Bacino Laguna di Venezia e compresi nel piano industriale pluriennale di Veritas, senza peraltro gravare sulla tariffa idrica che, con meno di 1,50 euro a metro cubo, resta una delle più basse del Veneto e d’Italia.

“Il Savec è un progetto importante, che ha visto la collaborazione tra Regione Veneto-Veneto Acque e i gestori idrici Veritas, Acquevenete ed Etra – commenta il presidente di Veritas, Vladimiro Agostini. Voglio quindi ringraziare la Regione del Veneto e Veneto Acque per la lungimiranza dimostrata nella realizzazione di una così grande opera, strategica per i cittadini e il territorio perché allontana lo spettro delle crisi idriche da territori storicamente a rischio. E’ proprio il caso di dire che l’unione fa la forza”.

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